La plastica usa e getta è uno dei grandi mali della nostra epoca, e su questo siamo tutti d'accordo. Fortunatamente, aziende e startup si sono date da fare per trovare delle alternative più sostenibili: è il grande mondo dei packaging biodegradabili, ad esempio.
Ma siamo proprio sicuri-sicuri che tutte le alternative "bio" alla plastica siano così sostenibili come ci fanno credere? Secondo Greenpeace, non proprio.
La carta: sì o no?
Iniziamo dalla carta, il primo sostituto alla plastica a balzare alla mente. La carta, con la sua consistenza così leggera, il richiamo agli alberi, la facilità con cui si bagna e si scioglie, potrebbe sembrarci l'alternativa ideale!
E invece no: perché dietro alla produzione della carta, ci sono l'abbattimento di migliaia di alberi e la distruzione di tantissimi ecosistemi con un'elevata biodiversità. Proprio quella biodiversità così importante per combattere il cambiamento climatico.
Gli imballaggi in carta, quindi, sono un BIG NO.
La plastica biodegradabile: sì o no?
Plastica biodegrabile, compostabile, bioplastica: termini diversi per indicare la stessa cosa, ossia un tipo di plastica di origine rinnovabile. Questa "origine rinnovabile" è da ricercarsi nelle colture agricole: è quindi qualcosa che ruba spazio alle coltivazioni e, anzi, aumenta le emissioni di gas serra. Ahia!
In più, lo smaltimento non è proprio dei più facili. Qui è necessaria una precisazione, perché, in realtà, biodegradabile e compostabile hanno sfumature di significato leggermente diverse
- biodegradabile è la plastica prodotta da plastica tradizionale e degradabile solo in ambienti controllati (che non si trovano di certo in natura)
- compostabile è la plastica degradabile solo in specifici impianti industriali (attualmente, poco anzi molto poco diffusi).
Risultato? La bioplastica finisce per accumularsi nelle discariche, gomito a gomito con la plastica tradizionale.
La plastica riciclabile: sì o no?
C'è infine una terza alternativa presumibilmente più sostenibile rispetto alla plastica usa e getta, ed è la plastica riciclabile completamente. Di per sé, la plastica riciclabile è un'ottima opzione, se non fosse che è un'opzione, per così dire, monca.
Manca infatti una rete di impianti di riciclo in grado di sostenere i ritmi di produzione: ne viene prodotta talmente tanta che gli impianti non riescono a starle dietro, e la maggior parte della plastica finisce, ancora una volta, in discarica oppure dispersa nell'ambiente.
A ciò, aggiungi che la plastica riciclabile è molto più costosa da produrre rispetto a quella normale, e ben comprenderai l'ambiguità della situazione attuale.
Tubus System: plastica riciclabile, sì, ma non usa e getta
Un discorso a parte va fatto per tutta quella plastica riciclabile non usa e getta, ossia plastica con una prospettiva di vita molto lunga. In questo caso, viene risolto almeno il problema dei ritmi di smaltimento.
Ecco perché in Tubus System risaniamo i vecchi impianti di scarico utilizzando un composto plastico (la nostra resina brevettata) riciclabile al 100%, ma non solo: i nuovi tubi in plastica riciclabile hanno una durata di vita minima certificata di 50 anni! In più, sono estremamente resistenti alla corrosione e all'usura, e completamente atossici.
Con i nostri interventi di relining non distruttivo, quindi, non solo ripristiniamo impianti di scarico malmessi, ma ci prendiamo davvero cura dell'ambiente:
- Ogni intervento si svolge in endoscopia, cioè dall'interno dei tubi (ci introduciamo nelle tubature tramite scarichi e torrini); la quantità di macerie (rifiuti speciali) prodotti è pari a zero, perché coperture, muri e vecchi tubi rimangono al loro posto. L'impatto ambientale è nullo.
- Realizziamo impianti con una prospettiva di vita lunghissima.
- Utilizziamo solo materiali totalmente e realmente riciclabili al 100% e atossici.
- Possiamo operare con estrema efficacia anche su tubi di amianto, incapsulandolo e stabilizzandolo. Niente dispersione di fibre, niente smaltimento (difficoltoso!) di materiali tossici e inquinanti.