Il 2022 si sarebbe dovuto aprire con la già preannunciata “Plastic tax”, una misura presa dal Governo per disincentivare l’eccessivo consumo di plastica monouso. Ad oggi, la sua entrata in vigore sembra nuovamente slittata al 2023. Ma vediamo di cosa si tratta.
La plastic tax è un’imposta sui prodotti in plastica monouso, introdotta con la Legge di Bilancio 2020, secondo l’attuazione della direttiva europea n. 2019/904/EU, volta a prevenire e ridurre l’impatto sull’ambiente di determinati manufatti in plastica nel caso in cui siano disponibili alternative. L’obiettivo è proprio quello di disincentivare l’utilizzo di questo materiale attraverso l’utilizzo di un’imposizione fiscale.
Quando entrerà in vigore e chi dovrà pagarla?
La plastic tax sarebbe dovuta entrare in vigore a luglio 2020, ma a causa del Decreto Rilancio n.34 del 2020 e successivamente con il Decreto Sostegni bis, la novità era stata rinviata all’inizio del 2022.
La nuova (e apparentemente definitiva) data di avvio della Plastic tax era quindi prevista per il 1° gennaio 2022, ma ad oggi sembra essere slittata nuovamente di un anno.
Ma chi sarà coinvolto in questa novità?
La Plastic tax consiste nel far pagare 0,45 euro ogni kg di plastica monouso venduta e riguarderà principalmente l’azienda produttrice del Macsi, ovvero i manufatti con singolo impiego, ma anche l’eventuale importatore di questi prodotti e gli acquirenti.
L'imposta verrà quindi applicata esclusivamente su quei prodotti in plastica che non sono stati progettati per essere riutilizzati e che sono quindi immediatamente destinati allo scarto.
Come si può risolvere il problema della plastica monouso?
Il problema della plastica monouso è una piaga che tutto il mondo si trascina da diverso tempo. Una risposta chiara e concreta ad oggi non c’è, ma è certo che sono in corso costanti ricerche volte a individuare materiali alternativi alla plastica che siano duraturi, affidabili e totalmente ecosostenibili.
Oggi infatti si cerca di lavorare in ottica di economia circolare, in modo da ridurre gli scarti di produzione e di conseguenza diminuire l’impatto ambientale provocato dagli stessi.
Il principio di economia circolare si sta diffondendo in sempre più settori, portando all’ideazione di un numero sempre maggiore di tecnologie a bassissimo impatto ambientale, come ha fatto Tubus System.
Tubus System si occupa da più di vent’anni di risanamento delle tubazioni e per farlo si serve di una tecnologia molto innovativa ma soprattutto sostenibile: il relining.
Cosa è il relining di Tubus System
Il relining è una tecnologia innovativa e molto efficace che permette di risanare i tubi agendo direttamente dal loro interno, inserendo un composito plastico molto resistente che, una volta solidificato, dà vita a un nuovo sistema di scarico sano e resistente, con una durata certificata di almeno 50 anni.
Agendo direttamente dall’interno del tubo, l’intervento di risanamento non prevede demolizioni e di conseguenza non si verifica la produzione di scarti da dover successivamente smaltire in modo adeguato.
Si può quindi affermare che il relining offerto da Tubus System sia una valida alternativa sostenibile al tradizionale intervento invasivo di risanamento tubi e rappresenta un grande contributo in termini di economia circolare.
Il premio Legambiente dimostra che Tubus System è la scelta più sostenibile che puoi prendere.
Un futuro migliore dipende dalle scelte che facciamo.