È il monomero più utilizzato per la produzione di plastiche, una su tutte il policarbonato, e di alcuni additivi. Il suo utilizzo massivo ha però svelato, negli ultimi 30 anni, un’amara verità: è tossico, molto tossico. Se non conosci il Bisfenolo A, continua a leggere.
Il Bisfenolo A, più conosciuto come BPA, è un composto organico. In virtù delle sue particolari caratteristiche fisiche e chimiche, è il materiale eletto nella produzione di plastiche, soprattutto PVC, policarbonato e resine epossidiche, e di alcuni additivi.
Contenitori e pellicole per conservare il cibo, bottiglie di plastica, packaging di alimenti, cartoni della pizza d’asporto, lattine (nelle pellicole interne e nei rivestimenti esterni della latta); ma anche dispositivi medici e lenti per gli occhiali, cosmetici, passando per i biglietti degli autobus e gli scontrini in carta termica, fino ad alcune componenti dei più comuni elettrodomestici: il Bisfenolo A è praticamente dappertutto. Compresi i giocattoli per bambini e i biberon per neonati.
I primi sospetti sulla tossicità del Bisfenolo A
Negli anni Trenta, sorgono i primi dubbi: può essere che il Bisfenolo A sia tossico? Vengono condotti i primi studi ma, per il momento, il dubbio rimane confinato entro una piccola élite di scienziati. Solo in tempi recenti, ossia a partire dagli anni Novanta, la questione viene risollevata e le prime evidenze scientifiche rese note. Il risultato è chiaro: sì, il Bisfenolo A è tossico per la salute.
Il BPA è infatti una sostanza che il nostro organismo metabolizza istantaneamente, e che va ad interferire principalmente con le normali funzioni del sistema endocrino.
Le conseguenze sono varie:
- Danni all’apparato endocrino, con conseguenti squilibri ormonali che causano infertilità, obesità, disfunzioni nello sviluppo sessuale e intellettivo;
- Tumori;
- Nei bambini, malformazioni, problemi dello sviluppo e dell’apprendimento, iperattività.
Il Bisfenolo A è pericoloso anche per l’ambiente: diffondendosi nella terra, nelle acque e nell’atmosfera, causa problemi a tutti gli esseri viventi, mettendo anche a repentaglio la sopravvivenza di alcune specie animali.
Cosa si fa per contrastarne l’utilizzo
Dunque: sostanzialmente niente. Nonostante nel 2010 l’Europa abbia messo al bando i biberon prodotti con BPA, l’industria continua a negare la gravità della questione e il Bisfenolo A continua a essere prodotto e utilizzato nel packaging, nei giocattoli, nei materiali da costruzione.
Sì, è stato imposto un limite alla quantità che è possibile utilizzare (5 microgrammi/chilo di prodotto), ma la soglia è ancora troppo alta: le ricerche degli ultimi anni attestano che la quantità tollerata è addirittura la metà.
Sembra surreale, e invece è fin troppo reale. Come possiamo agire?
Tutti, nel nostro piccolo, possiamo sforzarci di porre maggiore attenzione a ciò che compriamo: impariamo a leggere le etichette e i simboli impressi sul packaging, preferiamo prodotti sfusi, cioè non confezionati, scegliamo fornitori di fiducia.
Tutte le aziende industrie produttrici, poi, dovrebbero assumere un atteggiamento più etico. In Tubus System, abbiamo fatto nostra la questione del Bisfenolo A e abbiamo messo in pratica i principi teorici. Il materiale che utilizziamo per il relining dei tubi di scarico è un composto plastico rinforzato con fibra di vetro, sì, ma è del tutto privo di Bisfenolo A. I nostri tubi sono innocui per la salute dell’uomo e per quella dell’ambiente. In più, una volta giunti a fine, sono completamente riciclabili.
Vuoi maggiori informazioni sul relining di Tubus System?