Dove vanno a finire i rifiuti speciali?

Cosa sono i rifiuti speciali? Come vengono gestiti? Abbiamo letto il rapporto ISPRA e ne riportiamo qui alcuni dati: la conclusione è decisamente interessante.

Il rapporto ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), giunto nel 2019 alla sua diciottesima edizione, ci offre una panoramica dettagliata sullo stato della produzione e gestione dei rifiuti speciali (pericolosi e non), a livello nazionale e regionale.

I dati raccolti si riferiscono all’anno 2017: ecco il quadro che ne risulta.

 

Cosa sono i rifiuti speciali?

Innanzitutto, diamo una definizione di rifiuti speciali. Speciali sono i rifiuti prodotti da industrie e aziende che non vengono gestiti dalla pubblica amministrazione, sulla base di contributi fiscali, ma da un sistema di aziende private, disseminate sul territorio nazionale.

I rifiuti speciali sono di due tipi:

  • pericolosi – rifiuti inquinanti, come amianto, lana di roccia, vernici, medicinali scaduti, pile esaurite, oli esausti, ecc.
  • non pericolosi.

 
Quanti rifiuti speciali produciamo?

Secondo i dati raccolti dal Centro Nazionale dei Rifiuti e dell’Economia Circolare dell’ISPRA, nel 2017 la produzione nazionale dei rifiuti speciali è stata di 138,9 milioni di tonnellate. Tanti? Pochi? Decisamente troppi.

Di questi centotrentotto milioni di tonnellate, 9,7 milioni erano rifiuti speciali pericolosi, mentre i rifiuti non pericolosi erano pari a circa il 43,6% del totale.

 

La produzione aumenta o diminuisce negli anni?

Il trend, ahinoi, non è positivo: tra il 2016 e il 2017 si è registrato un aumento nella produzione totale di rifiuti speciali del 2,9% (pari a circa 4 milioni di tonnellate). Di positivo c’è che l’incremento è quasi del tutto imputabile ai rifiuti non pericolosi, e in particolare a quelli da operazioni di costruzione e demolizione, che aumentano del 4,9% (oltre 2,6 milioni di tonnellate).

 

Come vengono gestiti i rifiuti speciali?

Abbiamo detto che i rifiuti speciali non vengono gestiti dalla P.A. ma da aziende private: come si comportano queste aziende private?

Secondo l’ISPRA, i dati sulla gestione dei rifiuti sono incoraggianti:

  • la maggior parte dei rifiuti speciali vengono gestiti tramite operazioni di recupero materia (67,4%)
  • al secondo posto, come soluzione più adottata, troviamo la messa in riserva
  • al terzo posti, invece, lo smaltimento in discarica.

 

La gestione è buona, ma bisogna insistere

Il fatto che lo smaltimento in discarica sia il metodo di gestione meno diffuso è sicuramente un bene. È importante insistere affinché vi sia una riduzione drastica della loro produzione ma, laddove non si possa ridurre, il recupero della materia è la via da percorrere.

Il metodo di Tubus System soddisfa entrambi i punti:

  • da un lato, evitiamo la produzione di rifiuti speciali non pericolosi – non demoliamo le pareti degli edifici, non rimuoviamo i tubi vecchi ma, anzi, diamo nuova vita ai tubi vecchi – e pericolosi – risaniamo anche le tubazioni in amianto;
  • dall’altro, facciamo in modo che il problema non si ripresenti nel futuro: i nuovi tubi sono realizzati con un composto plastico che, una volta giunto a fine vita, è riciclabile al 100%.

 

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