La aspettavamo da tempo e finalmente è entrata in vigore: è la nuova direttiva europea che regola la produzione, l'utilizzo e lo smaltimento della plastica monouso, o plastica "usa e getta". Sono 27 gli stati europei, Italia compresa, tenuti ad adeguarsi alle nuove regole, in particolare quelle relative allo stop della produzione di alcuni grandi classici (cannucce e posate in plastica, ad esempio).
Cosa dice la direttiva
Nel testo della direttiva (UE 2019/904 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
del 5 giugno 2019) si possono distinguere le 3 linee di intervento previste per gli stati membri:
- Restrizioni all'immissione nel mercato di determinati prodotti
- Incentivi per la riduzione del consumo di altri prodotti
- Nuovi requisiti per la marcatura dei prodotti ancora in vendita.
La riduzione del consumo di alcuni prodotti è intesa come disincentivazione: i prodotti restano in commercio, ma gli stati membri devono impegnarsi a offrire, per esempio, delle alternative riutilizzabili. La marcatura del prodotto, invece, deve esplicitare al consumatore la presenza di plastica e spiegare come smaltirla correttamente.
Quali prodotti sono banditi in tutta Europa
Infine, c'è la linea di intervento più dura, quello che vieta la futura produzione e vendita di alcuni prodotti in plastica monouso. La lista degli articoli in plastica usa-e-getta che non verranno più commercializzati è stata pubblicata direttamente dalla Commissione Europea, e comprende:
- Cotton fioc (Già vietati in Italia dal 2019: quelli in vendita nei nostri supermercati sono fatti di materiale biodegradabile!)
- Posate
- Piatti
- Cannucce
- Tazze
- Contenitori in polistirene espanso
- Mescolatori per bevande
- Aste per palloncini
Mancano, a dir la verità, alcuni prodotti che ci saremmo aspettati di vedere: i bicchieri in plastica, ad esempio, oppure i palloncini. Assenti anche mascherine e guanti, considerati ancora indispensabili in questo particolare momento storico.
Quali alternative?
L'obiettivo della direttiva, diversamente da quanto si potrebbe pensare, non è una sostituzione "uno a uno", ossia sostituire ogni articolo in plastica usa-e-getta con un articolo sempre usa-e-getta ma in un altro materiale.
Come dice Stefano Ciafani (Presidente Nazionale di Legambiente):
"Quando dieci anni fa sono stati banditi i sacchetti per la spesa in plastica, non c’è stata una sostituzione ‘uno a uno’. Grazie a quella legge, l’uso dei sacchetti usa e getta è crollato del 70 per cento e portarsi da casa una borsa riutilizzabile è diventato la normalità. Ora deve succedere esattamente la stessa cosa. Non si può assolutamente pensare che il prodotto monouso in plastica tradizionale debba essere sostituito da un analogo prodotto monouso, ma compostabile”.
La vera sfida, ora, è produrre un cambiamento nell'atteggiamento di consumo.