Non esiste una norma che imponga la rimozione e lo smaltimento dei tubi in eternit. Motivo in più per optare per interventi meno pericolosi per la salute dell’uomo e per l’ambiente, come il relining di Tubus System: è anche più rapido, meno invasivo e meno costoso rispetto ai metodi tradizionali.
Qual è la prima cosa a cui si pensa quando si scoprono dei tubi in eternit nell’edificio dove si vive o lavora? Sicuramente, se sono ormai obsoleti o danneggiati, si pensa a rimuoverli per paura che possano contaminare l’ambiente e causare problemi di salute alle persone che lo frequentano.
Eppure, se le paure sono fondate, non altrettanto fondata è l’urgenza di asportare le tubazioni: infatti, non esiste alcuna norma che obblighi a rimuovere elementi strutturali composti da lastre compatte di eternit. Anzi, la rimozione è potenzialmente molto più pericolosa rispetto ad altri tipi di intervento, senza dubbio più sicuri.
Vediamo in questo articolo:
- Cosa dice la legge in merito al trattamento dei tubi in eternit
- Tubi in eternit negli ospedali: una minaccia da eliminare al più presto
- Relining: meno pericoli rispetto ai classici metodi di bonifica
- I vantaggi del relining
Legge 257/1992 sul trattamento dei tubi in eternit
La legge del 27 marzo 1992, n. 257 - pur avendo sancito nell’art.1 il divieto di estrazione, importazione, esportazione, produzione e vendita dell’amianto (sotto qualsiasi forma) - recita:
“[…] la concentrazione di fibre di amianto respirabili nei luoghi di lavoro ove si utilizza o si trasforma o si smaltisce amianto, nei luoghi ove si effettuano bonifiche, negli ambienti delle unità produttive ove si utilizza amianto e delle imprese o degli enti autorizzati alle attività di trasformazione o di smaltimento dell’amianto o di bonifica delle aree interessate, non può superare i valori limite fissati dall’articolo 31 del decreto legislativo 15 agosto 1991, n. 277”.
Nessun accenno all’obbligo di rimozione. Anzi, più avanti, nell’art. 12, si dice che negli “[…] edifici nei quali siano presenti materiali o prodotti contenenti amianto libero o in matrice friabile” si deve ricorrere alla rimozione solo “[…] qualora non si possa ricorrere a tecniche di fissaggio, e solo nei casi in cui i risultati del processo diagnostico la rendano necessaria”.
La pericolosità dei manufatti in amianto, dunque, non impone l’obbligo di asportazione, bensì quello di controllo e di corretta gestione del rischio.
Tubi in eternit negli ospedali: una minaccia da eliminare al più presto
I tubi in eternit all'interno degli ospedali rappresentano una grave minaccia per la salute di pazienti e dipendenti di queste strutture sanitarie, pertanto è fondamentale procedere con la loro rimozione prima che sia troppo tardi.
Purtroppo però, questo intervento, se realizzato in modo tradizionale, risulta essere tutt'altro che semplice a causa di due problemi fondamentali:
- L'eternit, in quanto materiale tossico, deve essere rimosso con estrema cautela senza quindi correre il rischio di disperdere le sue fibre, obiettivo molto difficile da raggiungere con i classici interventi di risanamento delle tubazioni, molto invasivi a causa delle demolizioni che prevedono;
- Gli ospedali non possono permettersi chiusure di reparti e interruzioni delle attività, fattore che rende quindi indispensabile un risanamento in grado di mantenere la struttura agibile al 100%.
Come agire allora? Fortunatamente oggi esistono nuove tecnologie estremamente innovative che permettono di procedere con il risanamento delle tubature in modo veloce, pratico, non invasivo ma soprattutto, nel caso dei tubi in eternit, totalmente sicuro: il relining. Vediamo di cosa si tratta.
Relining: meno pericoli rispetto ai classici metodi di bonifica
Il relining si basa proprio su questo principio. Non essendo obbligatoria la rimozione dei tubi in eternit, la soluzione più vantaggiosa sotto tutti i punti di vista è sicuramente un’altra: il risanamento dei tubi di scarico.
Risanare un tubo in eternit significa dargli nuova vita lasciandolo però nella sua sede originaria, agendo direttamente dal suo interno e senza demolire nessuna delle pareti dell’edificio: si crea invece un secondo tubo all’interno di quello in amianto. Il nuovo tubo è come una guaina protettiva: grazie al composto plastico a base di poliestere rinforzato a presa rapida, si isola lo strato di amianto, annullando ogni rischio per la salute.
Non solo, ma il relining funziona perfettamente anche se i tubi in eternit sono rotti in più punti, perché la seconda parete va a saldare ogni foro o rottura, arrestando la dispersione delle fibre di amianto nell’ambiente.
Quali sono i vantaggi rispetto ad un classico metodo di bonifica?
- L’esposizione alle fibre cancerogene è, praticamente, azzerata: non dovendo segare, asportare, trasportare e smaltire i tubi in eternit, la probabilità di inalare polveri di amianto è nulla.
- Non si è obbligati a demolire parti dell’edificio, perché il tubo può rimanere lì dove è sempre stato, senza rischi.
- La durata complessiva delle operazioni di relining e l’ingombro all’interno dei locali sono minimi: chi vive o lavora nell’edificio non è costretto a interrompere le sue attività quotidiane per fare spazio a tecnici, muratori, idraulici con i loro attrezzi.
- Non sussiste l’onere di smaltire le macerie.
- I costi sono nettamente ridotti.
È giusto sottolineare come il relining sia un metodo non solo riparativo, ma anche preventivo: se è stata confermata la presenza di tubi in eternit in un palazzo o di un condominio, specie se datati (risalenti a prima del 1992), si può effettuare un risanamento delle tubazioni di scarico, che ne prevenga la rottura ed eviti interventi d’urgenza.
Contattaci senza impegno se cerchi informazioni sugli interventi di risanamento dei tubi d’amianto!